Se da una parte la pandemia globale ha imposto nuovi e serrati ritmi alla vita di tutti (smart working, telelavoro, riunioni online e teledidattica) dall’altra riemerge ancora una volta una problematica da non sottovalutare: il digital divide, o divario digitale.

 

Citando Il Sole 24 ORE, per digital divide:

“si intende la mancanza di infrastrutture tecnologiche che caratterizzano un’area o un territorio, ma anche la limitata diffusione dei computer. Digital divide è diventato, quindi, sinonimo di arretratezza hi-tech e in particolare di mancanza (o lentezza) di connettività al web. In Italia si calcola che il digital divide coinvolga circa 7-8 milioni di persone, che non possono accedere alla rete né utilizzando i network fissi, né quelli mobili.”

 

Secondo varie fonti, si calcola che nelle ultime due settimane, l’incremento delle richieste di accesso alla rete internet, sia aumentato del 40% con picchi del 50% in tutta Italia.

Una percentuale elevata e data dal fatto che molte famiglie si sono trovate “spiazzate” dall’utilizzo della teledidattica, con strumenti inadeguati (velocità della banda o connessioni limitate) per connettersi alle video lezioni senza disturbi né interruzioni.

Allo stesso modo, la tecnologia è il fattore abilitante per permettere lo smart working.
In questo particolare momento storico, molti imprenditori incoraggiano i propri collaboratori a lavorare da casa, senza sapere o teneri in considerazione le possibili difficoltà di connessione date dal divario digitale.

I grafici mostrano la forte crescita, praticamente un’impennata! nella ricerca su Google delle parole“smart working” e “teledidattica”

Impennata ricerche termine “Smart Working”

Impennata ricerche “Tele Didattica”

 

 

Ma possiamo ritenerci davvero digitalizzati?

Ad oggi, quasi un quarto della popolazione italiana non è ancora connessa e si trova in una situazione di disuguaglianza sociale e digitale.

Come riporta una ricerca Istat, il 76,1% delle famiglie italiane dispone di un accesso ad internet e il 74,7% di una connessione a banda larga. Ciononostante, il divario digitale rimane e viene ricondotto per lo più a fattori generazionali e culturali.

La maggior parte delle famiglie italiane “senza accesso a internet da casa” indica come motivo principale la mancanza di capacità ( 54,4%), il 25,5% non considera internet strumento, il 13,8% dichiara come causa il costo dei collegamentimentre il 9,2% non naviga da casa perché almeno un componente della famiglia accede a internet da un altro luogo, ad esempio il luogo di lavoro.

Per quanto riguarda lo smart working, dall’esplosione della pandemia più di 500 mila lavoratori stanno lavorando da casa e i numeri crescono ogni giorno.
Secondo “Consulenti del lavoro”, sarebbero 8,2 milioni i dipendenti che svolgono un lavoro che si può svolgere indifferentemente dall’ufficio oppure da casa.

Questo dato fa riflettere perché a fronte di questi 8 milioni di lavoratori che potrebbero lavorare da casa ci sono ben 11 milioni di italiani ai quali la connessione manca oppure non é sufficientemente stabile da consentire lo smart working.

 

OGILink® 4G è la soluzione per “superare” la barriera del digital divide, arrivando anche dove le tecnologie più innovative non riescono ad arrivare.
Bastano un router in comodato d’uso ed una sim (previa verifica della copertura territoriale) per navigare e connettersi alla rete pur trovandosi in una situazione di isolamento digitale.

 

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